Progetto

Progetto

Nel 2007, in occasione del riordino delle collezioni numismatiche del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, è stato rinvenuto un nucleo di monete in oro tutte munite di una contromarca con aquiletta, che ricerche successive hanno permesso di collegare – con definitiva certezza – agli Este di Ferrara e Modena.

Una collezione di «Medaglie antiche e di Corniole e d’altre Gemme intagliate, nonché di Pitture» era già presente in Ferrara alla corte del marchese Lionello d’Este (1441–1450), fortemente incrementata dai suoi successori fino al ducato di Alfonso II (1559–1597).

La morte di Alfonso II segnò l’inizio della progressiva dispersione della collezione a causa di difficoltà finanziarie e delle vicende storiche che interessarono il ducato. Nel 1821, dopo la Restaurazione napoleonica, Celestino Cavedoni, Direttore del Museo Estense in Modena, conteggiò un nucleo residuale di sole «560 monete antiche di bronzo e 14 di argento con la marca dell’Aquiletta, che era l’Estense».

La mostra

Nel dicembre 2014 nella sede dell’Archivio di Stato di Firenze fu allestita la mostra «Si tiene pegno in guardaroba. Monete d’oro con la contromarca di Casa d’Este nel medagliere Mediceo», esponendo le monete rinvenute nel durante il lavoro di riordino del Museo Archeologico.

Il catalogo

Il catalogo della mostra, edito dalla DFRG Press di Londra contiene la storia della collezione numismatica di Casa d’Este, i principali documenti dell’Archivio di Stato relativi al pegno, la riproduzione del primo catalogo della collezione di monete degli Este redatto da Celio Calcagnini tra il 1538 e il 1541 e il catalogo del nucleo di monete d’oro del Museo Archeologico.

Storia della collezione

Le monete erano state depositate presso il Monte di Pietà di Firenze nel 1614, da Cesare d’Este, discendente in linea non diretta di Alfonso II. Tutti i documenti relativi al pegno e al prestito sono conservati presso l’Archivio di Stato di Firenze e per l’occasione sono stati esposti accanto alle monete.

Dopo le vicende fiorentine della fine del XVI secolo, la collezione numismatica Estense ha subìto una totale dispersione per confluire nei medaglieri di tutta Europa. Alcuni esemplari sono giunti a Parigi già nel 1685 e altri si sono aggiunti a seguito del saccheggio napoleonico.

A Milano un discreto numero di pezzi con la contromarca estense è pervenuto dalla collezione dell’abate Matteo Luigi Canonici che, a sua volta, li aveva acquistati, nel 1796, da Ercole III, rifugiatosi a Venezia all’arrivo delle truppe di Napoleone.

Un altro consistente nucleo è nel Medagliere Estense di Modena, mentre altre unità sono segnalate nei Musei di Bologna, Forlì, Roma, Londra, Berlino e Vienna.

A tutto questo si devono aggiungere  le monete che sono comparse a più riprese nei diversi cataloghi d’asta.

Il progetto di ricostruzione virtuale

Nel periodo successivo alla mostra di Firenze del 2014, la Art Rarities ha avviato The Este Project, promuovendo la raccolta di dati e informazioni relative a tutte le monete con la contromarca Estense. Lo scopo è di ricostruire virtualmente la collezione e valutarne l’effettiva consistenza, che oggi è valutabile approssimativamente in 1500–2000 esemplari ancora superstiti.

Punto di partenza è il catalogo di Celio Calcagnini, anche se relativo alle sole monete in oro, mentre monete in argento e in bronzo con analoga contromarca facevano sicuramente parte degli oggetti consegnati in pegno al Monte di Pietà di Venezia nel 1599 dallo stesso Cesare d’Este e comparse a più riprese in cataloghi d’asta.

Partecipare al progetto

E’ gradita la segnalazione di esemplari non ancora recensiti nel monetiere.